1. Che cos’è una “basilica”?
L'attuale parrocchia di Santa Maria in Calvenzano é denominata "basilica" (dal greco "basiliché", luogo ampio, spazio comune) per tradizione e appellativo popolare più che per diritto canonico. Non esiste infatti un atto scritto, emanato da pontefici o dalla sede vaticana, che conferisca alla chiesa di Vizzolo Predabissi il titolo ufficiale di "basilica". Titolo di cui si fregia legittimamente, invece, la vicina prepositurale della Natività di San Giovanni Battista in Melegnano, che é stata elevata al rango di "basilica minore romana" nel 1992 dal papa Karol Woytyla, Giovanni Paolo II, e poi "chiesa giubilare della diocesi di Milano" in occasione del Giubileo proclamato nell'Anno Santo 2000. Il termine "basilica" in Calvenzano riecheggia soprattutto elementi architettonici, cioè la concezione dello spazio sacro e liturgico. E'noto infatti che l'arte paleocristiana, nel cristianesimo delle origini, attorno al IV secolo, emanato l'Editto di Costantino e Licinio del 313 d.C. (libertà di culto cristiano nell'Impero) prese la via di due differenti e complementari organizzazioni dello spazio monumentale. La prima é la pianta longitudinale a navate parallele (da tre a cinque); l'altra quella centrale che a sua volta può articolarsi in poligonale, circolare, cruciforme o altro motivo centripeto. Spesso l'edificio a pianta centrale integra il poligonale in funzione di battistero, mausoleo o "sacellum", luogo di culto, di un martire. Peraltro la stessa pianta "basilicale" deriva da forme architettoniche già esistenti prima dell'Editto costantiniano, all'interno della religione romana (pagana) tradizionale. L'organizzazione della chiesa come "basilica" sviluppata in profondità riemerge dopo il lunghissimo travaglio dell'Alto Medioevo (sec.V-X) come stile "romanico", che é appunto quello di Santa Maria in Calvenzano. Il "romanico" intendeva autodefinirsi come continuità rispetto al "romano", e in alcune lingue europee come il francese moderno la differenza é così limitata (romain/roman) da provocare confusioni nella parlata.
Eppure certamente il romanico non é una pura riedizione dell'arte paleocristiana. Essenzialmente se ne distingue per una sostituzione dello "spazio di massa e ombra/luce" allo "spazio di superficie lineare" delle basiliche del IV secolo come Santa Maria Maggiore (longitudinale) o Santa Costanza (circolare) in Roma. E' stato giustamente detto che "il romanico sta al romano come il volgare al latino". Infine c'é da osservare una cosa su questo antico modo di chiamare la nostra chiesa. Non va dimenticato che, a prescindere dagli attestati ufficiali, "basilica" é, nella parlata popolare dall'Alto Medioevo in poi, "chiesa di comunità piccole, che non siano plebes cioé capoluogo di "pagi" [villaggi rurali]" [ In "Dizionario dei nomi geografici italiani", ediz.Tea]. Edifatti esistono, in ambito lombardo-padano, diverse località decisamente extraurbane chiamate "baselga" o "basélica". Come Calvenzano.
Emanuele Dolcini