San Maiolo, quarto abate di Cluny,
San Maiolo, quarto abate di Cluny e la prima diffusione del monachesimo Cluniacense in Italia. Vizzolo Predabissi, Basilica di S. Maria in Calvenzano sabato 10 maggio 2025.
Interessante ed esauriente relazione del Prof. Franco Dessilani sulla vita e ruoli del Santo nella storia del monachesimo occidentale, agli albori e fautore dell'espansione cluniacense nell'Europa del tempo.
Franco Dessilani, nato a Novara, ha conseguito con lode nel 1988 la laurea in lettere moderne con indirizzo in storia medievale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dal 1988 è insegnante di materie letterarie e latino nella scuola secondaria di secondo grado statale, classe nella quale ha conseguito nel 1992 l’abilitazione ed il ruolo a seguito di concorso ordinario. Dal 2010 è docente a tempo indeterminato presso il Liceo Classico e Linguistico Statale “Carlo Alberto” di Novara. Si dedica alla ricerca d’archivio ed allo studio della storia novarese, con particolare riguardo a quella medievale, divulgandone i risultati attraverso conferenze e pubblicazioni. I suoi interessi nel settore musicale gli hanno permesso anche di svolgere e pubblicare ricerche sulla storia organaria del Novarese e Vasessia.
San Maiolo, attribuito a Lanzani Bernardino (1500-1510)
Quarto abate di Cluny, nato tra il 906 e il 915, egli discendeva da una nobile famiglia provenzale e, dopo aver perso i genitori in giovane età, si rifugiò presso un cugino a Macon, dove intraprese la carriera ecclesiastica. La sua "conversione" lo condusse a Cluny, dove divenne discepolo di sant'Odone e, in seguito, abate nel 965. Sotto la sua guida, l'abbazia prosperò, moltiplicando i beni e diffondendo la riforma cluniacense in numerosi monasteri d'Europa. Maiolo era uomo di grande cultura e carisma, tanto da essere chiamato a risolvere questioni spinose e a rifiutare la tiara papale nel 974. Le sue relazioni con imperatori e re lo posero al centro della scena politica del tempo, mentre la sua fama di taumaturgo e la sua umiltà ne alimentarono il culto. Un rapimento ad opera dei Saraceni nel 972 non solo non lo fermò, ma contribuì a liberare la regione dalla loro presenza. Morì nel 994.