Sotto la scena principale si trova una sequenza di dodici personaggi, di cui dieci tengono in mano dei cartigli (grosse pergamene scritte che potrebbero riportare ad un’usanza medievale. In occasione di feste religiose venivano rappresentati sulle piazze, davanti alle Chiese, i “Misteri”, cioè sacre rappresentazioni, precedute da una sfilata di Profeti che tenevano in mano cartelli con frasi riferite a sè stessi, attinenti alla scena che poi si sarebbe rappresentata)
I personaggi rappresentati sono profeti e figure importanti dell’Antico Testamento; possiamo tentare di identificarli leggendo le frasi scritte sui cartigli o nell’unico caso in cui non ci sia interpretando alcune sue caratteristiche. La frase sul cartiglio è scritta in latino, ma verrà riportata tradotta in Italiano:
da sinistra:
Sembra che la scritta segua lo slancio del suo braccio, come per indicare la scena raffigurata sopra.
Per capire queste parole è necessario riprendere la vicenda narrata nel libro del profeta Aggeo: il Signore degli eserciti chiede al profeta di interrogare i Sacerdoti e richiedere loro se uno che è contaminato per il contatto con un cadavere, rende immonde tutte le cose che tocca, come pane, vino, olio, o altro. La risposta dei Sacerdoti è quella che viene riportata nel cartiglio.
Lo sguardo della figura affrescata sembra guardare verso il basso.
Lo sguardo del profeta è rivolto a Gesù.
Il luogo di cui si parla è il tempio di Gerusalemme; probabilmente i monaci l’hanno attualizzato riferendolo alla Basilica.
Il profeta Geremia porta un copricapo sacerdotale e sembra guardare verso l’assemblea riunita in Chiesa.
Daniele ed Ezechiele sono i personaggi centrali , posti l’uno di fronte all’altro.
Come il quarto profeta, Abdia che è il quart’ultimo porta un copricapo, ma i questo caso è un copricapo penitenziale.
© 2021 inAgroCalventiano